Rocca di Arignano: si riparte

Molte idee e un solo inizio: questo.

Parte da qui, da adesso la nuova storia della Rocca di Arignano, un luogo addormentato in un tempo che abbiamo deciso di rimettere in moto.

Un po’ di storia? In questo caso è necessario soprattutto per farvi comprendere il luogo che stiamo riportando agli antichi fasti e in cui vi immergerete…

 

Il primo documento certo che cita l’esistenza di una rocca ad Arignano è un diploma dell’imperatore Enrico III del 1047 nel quale si dichiara che Arignano è affidata ai Canonici torinesi del Convento di San Salvatore, in quel periodo molto potenti. In questo diploma si cita espressamente il castrum Alegnani ed una cappella dedicata a San Remigio. In questo periodo la rocca è molto probabilmente una torre quadrata addossata ad un piccolo palazzo e difesa da un muro di cinta.

Nel 1158 è assediata e quasi del tutto distrutta dall’esercito dell’imperatore Federico I di Hohenstaufen. In un diploma imperiale del 1159 firmato dallo stesso imperatore viene citata la curtem de aliniano e sappiamo che Anselmo e Oddone di Arignano cedono al vescovo di Torino tutto ciò che possiedono in questo luogo.

Nel 1231 il comune di Chieri dona la somma di quaranta libbre ai Bosio, signori di Arignano, per la costruzione di una torre per la quale hanno un anno di tempo per portare a termine i lavori. I Bosio, famiglia chierese signora di Arignano tra la fine del XII secolo e la prima metà del XIV secolo, ne approfittano per realizzare parallelamente una generale ristrutturazione della rocca stessa. Nel 1341 c’è un atto di infeudazione nei confronti di Milone Gribaudo o Gribaldo. Non sappiamo quando i Gribaldo subentrano ai Bosio, ma Arignano e la rocca rimangono una proprietà di questa famiglia chierese per una sessantina d’anni.

Nel XIV secolo i Visconti di Milano, appoggiati dai marchesi di Saluzzo e dai marchesi di Monferrato, cercano di ampliare il proprio potere e dominio nella pianura del Po, scontrandosi con i Savoia-Acaja fiancheggiati dagli Angiò. Ed è in questo contesto che, nel 1396, la rocca subisce l’assedio del soldato di ventura Facino Cane che conquista Vernone, Vergnano e Tondonico mentre il marchese di Monferrato si impadronisce di Andezeno, Arignano, Marentino, Mombello e Moriondo.

La rocca è seriamente danneggiata tanto che è necessaria un’ampia e profonda ristrutturazione. Nel 1397 la famiglia Gribaldo inizia la realizzazione della ristrutturazione e ricostruzione del castello ma i lavori si interrompono quasi subito e non se ne conosce la ragione.

Il 2 aprile 1400 Giacomo Milone e Giovanni Milone vendono la rocca, per 1100 fiorini d’oro, a Giovanni Broglia dei Gribaldengis. La rocca rimane una proprietà dei Broglia per pochi anni perché nel 1407 è acquistata da Ludovico Costa degli Albussani. Dal momento che la rocca è non solo in pessimo stato manutentivo ma i gusti architettonici stanno cambiando, i Costa decidono di costruire un secondo castello, quello delle “Quattro Torri”, (vedi scheda) e non si preoccupano di risistemare la rocca tanto che in molti documenti dei secoli successivi è chiamato castello vecchio o castellasso.

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Avremo modo di raccontarvi di persona e più nel dettaglio la storia della Rocca e di quanto accadde dentro e fuori dalle sue mura..Per adesso: benvenuti alla Rocca!

La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi.

Cicerone

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